Paolo ci lascia alcune righe...
« ... a me sono piaciute e hanno fatto pensare, come un eco alle parole del vescovo alla veglia di Pentecoste (è un brano conosciuto).
Il cielo sempre azzurro
.. mi ha raccontato che nella steppa usano sempre la parola "azzurro" per designare il cielo, anche quando è grigio, perchè sanno che al di sopra delle nuvole è sempre di quel colore. Mi ha preso per mano e mi ha aiutato ad attraversare queste nuvole. Mi ha insegnato ad amare me stessa.. mi ha rivelato che il mio cuore doveva servire me e dio, e non essere assoggettato alle necessità degli altri.
Mi ha detto che il mio passato mi avrebbe accompagnato per sempre: tuttavia, quanto più fossi riuscita a liberarmi dei fatti e a concentrarmi solo sulle emozioni, tanto più avrei capito che nel presente esiste sempre uno spazio grande come la steppa, che deve essere colmato con altro amore e altra gioia di vivere.
Infine mi ha spiegato che la sofferenza nasce quando ci aspettiamo che gli altri ci amino nel modo che immaginiamo, e non nella maniera in cui l'amore deve manifestarsi, libero, incontrollato, pronto a guidarci con la sua forza e a impedirci di fermarci.
(Paulo Coelho)
Paolo »
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