Il messaggio di Isabella (di mercoledì, 21 febbraio 2007).
Ciao a tutti.
Vorrei salutare dal nostro blog un caro amico, padre Raffaele, scalabriniano, che se ne è andato ieri.
"BEATI GLI OPERATORI DI PACE.." era scritto sul biglietto ricordo della sua ordinazione.
È stato a Piacenza, nella parrocchia di Sant'Antonio, per diversi anni. Io ero una ragazzina e me lo ricordo bene. Eravamo molto legati e spesso, dopo aver lasciato Piacenza ed essere diventato sacerdote, veniva a trovarci e suonava il nostro pianoforte.
Era giovane ed era una persona speciale. Come sacerdote scalabriniano era molto impeganto, sia con i giovani che con i migranti (penso che anche padre Sisto lo conoscesse bene).
Vorrei ricordarlo qui, con voi. Con un suo pensiero scritto negli auguri di natale 2007, che spero possa essere un augurio ed una preghiera per tutti:
"Il Signore crede ancora nell'uomo, non si stanca mai! Si fa ancora silenziosamente presente perché non vuole disturbare. Nel silenzio, noi l'osserviamo e godiamo di questo suo amore-abbraccio. Cosa c'è di più grande?
La Pace regni nelle nostre vite, la serenità ci avvolga, la contemplazione ci conquisti!
Buon Natale a tutti e grazie a chi ha inviato pensieri di pace. A chi non ce
l'ha fatta, poi, beh il cuore va oltre, il bene non si estingue."
Qui trovate una sua intervista.
23 febbraio 2007
16 marzo, preghiera nei vicariati
Durante la Quaresima è previsto un momento di preghiera per tutti i giovani.
L'appuntamento è per venerdì 16 marzo alle ore 21:00, in contemporanea nei sette vicariati della nostra diocesi.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti potete fare riferimento a Pagiop e, in particolare, a questa pagina.
Percorso di Quaresima: venerdì 23 febbraio
Ricordato da Lorenzo.
Venerdì 23 febbraio, alle ore 21:00, inizia il percorso quaresimale proposto da padre Sisto.
Potrà essere o una Via Crucis o un altro momento di preghiera.
A presto!
Venerdì 23 febbraio, alle ore 21:00, inizia il percorso quaresimale proposto da padre Sisto.
Potrà essere o una Via Crucis o un altro momento di preghiera.
A presto!
Mercoledì delle Ceneri, Quaresima da vivere
MERCOLEDÌ DELLE CENERI, 21 febbraio 2007
Solennità
Digiuno e astinenza
Liturgia della Parola
Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18
LA PAROLA DEL SIGNORE
È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai lelemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
È MEDITATA
Inizia una nuova quaresima. La Chiesa ci spalanca le porte per introdurci nel grande mistero della misericordia infinita di Dio, che come pioggia abbondante discende dal cielo in questo tempo privilegiato di grazia. È il tempo della conversione. La liturgia delle ceneri ce lo ricorda: convertiti e credi al Vangelo.
Credere al Vangelo è credere a Gesù, Parola fatta carne, che insegna, ammonisce, stravolge e capovolge la vita di chi decide di convergere verso di Lui, unica via che ci conduce al Padre. Ecco il senso del brano del Vangelo di oggi: riscoprirsi figli del Padre Celeste. Elemosina, preghiera, digiuno: non cè nessuna novità, i figli di Israele sono attenti a questi richiami. La Sacra Scrittura è piena di persone che tendono la mano e ricevono qualche spicciolo, di altre che vestite di sacco digiunano per chiedere clemenza, di chi sta ritto in piedi in prima fila per innalzare a Dio la propria preghiera. Gesù non toglie e non aggiunge nulla, ma dà il giusto senso alle cose fatte per Dio. Non ci toglie lobbligo della carità, ma purifica la nostra naturale ricerca di applausi umani e promette una ricompensa sproporzionata direttamente dalle mani del Padre.
Gesù ci ricorda il senso della preghiera come intimità con Dio: «entra nella tua camera». È la preghiera del cuore che svela i suoi segreti a colui che solo sa leggere nel profondo dellanima. È nel segreto che ci si offre al Padre così come si è, con le proprie pene e le proprie miserie, i propri limiti e i propri peccati; è nel segreto che si invoca aiuto e forza per saper affrontare le inevitabili angosce della vita e poter superare gli stessi limiti personali; nel segreto si loda Dio per quei doni che ogni giorno ci riversa nell'anima. Gesù non abolisce il senso del sacrificio, ma ci ricorda che alla mortificazione corporale devono corrispondere splendore e bellezza anche esteriori. Ciò è possibile lì dove il digiuno diventa dono, offerta fatta al Padre con tutto il cuore, la forza, la volontà. Un dono, si sa, viene portato col sorriso sulle labbra, ben vestiti e ordinati.
La ricompensa sarà allora la stessa bellezza di Dio riversata sui nostri volti.
È PREGATA
Chiudi le imposte,
resta raccolto
dentro la piccola cella del cuore.
Essa è abitata
da Dio Uno-Trino,
che la dilata sull'infinito.
Dentro di te
troverai in Dio
anche i fratelli con le sorelle
di tutti i tempi.
Prega da solo
nella tua stanza,
anche Gesù
si ritirava solo
sui monti della sua terra.
Cercava il Padre,
in solitudine, tutta la notte,
in comunione con lui,
che è la fonte del Bell'Amore.
Poesia di sr. Nunziella Scopelliti
MI IMPEGNA
Cercherò di partecipare il più possibile alle diverse funzioni della quaresima e in particolare attingerò frequentemente al sacramento della confessione.
Sr. Etra
Nada te turbe nada te espante
solo Dios basta
Solennità
Digiuno e astinenza
Liturgia della Parola
Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18
LA PAROLA DEL SIGNORE
È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai lelemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
È MEDITATA
Inizia una nuova quaresima. La Chiesa ci spalanca le porte per introdurci nel grande mistero della misericordia infinita di Dio, che come pioggia abbondante discende dal cielo in questo tempo privilegiato di grazia. È il tempo della conversione. La liturgia delle ceneri ce lo ricorda: convertiti e credi al Vangelo.
Credere al Vangelo è credere a Gesù, Parola fatta carne, che insegna, ammonisce, stravolge e capovolge la vita di chi decide di convergere verso di Lui, unica via che ci conduce al Padre. Ecco il senso del brano del Vangelo di oggi: riscoprirsi figli del Padre Celeste. Elemosina, preghiera, digiuno: non cè nessuna novità, i figli di Israele sono attenti a questi richiami. La Sacra Scrittura è piena di persone che tendono la mano e ricevono qualche spicciolo, di altre che vestite di sacco digiunano per chiedere clemenza, di chi sta ritto in piedi in prima fila per innalzare a Dio la propria preghiera. Gesù non toglie e non aggiunge nulla, ma dà il giusto senso alle cose fatte per Dio. Non ci toglie lobbligo della carità, ma purifica la nostra naturale ricerca di applausi umani e promette una ricompensa sproporzionata direttamente dalle mani del Padre.
Gesù ci ricorda il senso della preghiera come intimità con Dio: «entra nella tua camera». È la preghiera del cuore che svela i suoi segreti a colui che solo sa leggere nel profondo dellanima. È nel segreto che ci si offre al Padre così come si è, con le proprie pene e le proprie miserie, i propri limiti e i propri peccati; è nel segreto che si invoca aiuto e forza per saper affrontare le inevitabili angosce della vita e poter superare gli stessi limiti personali; nel segreto si loda Dio per quei doni che ogni giorno ci riversa nell'anima. Gesù non abolisce il senso del sacrificio, ma ci ricorda che alla mortificazione corporale devono corrispondere splendore e bellezza anche esteriori. Ciò è possibile lì dove il digiuno diventa dono, offerta fatta al Padre con tutto il cuore, la forza, la volontà. Un dono, si sa, viene portato col sorriso sulle labbra, ben vestiti e ordinati.
La ricompensa sarà allora la stessa bellezza di Dio riversata sui nostri volti.
È PREGATA
Chiudi le imposte,
resta raccolto
dentro la piccola cella del cuore.
Essa è abitata
da Dio Uno-Trino,
che la dilata sull'infinito.
Dentro di te
troverai in Dio
anche i fratelli con le sorelle
di tutti i tempi.
Prega da solo
nella tua stanza,
anche Gesù
si ritirava solo
sui monti della sua terra.
Cercava il Padre,
in solitudine, tutta la notte,
in comunione con lui,
che è la fonte del Bell'Amore.
Poesia di sr. Nunziella Scopelliti
MI IMPEGNA
Cercherò di partecipare il più possibile alle diverse funzioni della quaresima e in particolare attingerò frequentemente al sacramento della confessione.
Sr. Etra
Nada te turbe nada te espante
solo Dios basta
Enzo Bianchi: un messaggio per i nostri giorni
Segnalato da Paolo e/o Francesca... ditemi voi! :-)
Ecco un commento molto attuale, di Enzo Bianchi (Comunità di Bose).
Per cattolici e laici la sfida dei giorni cattivi
La Stampa, 18 febbraio 2007
Enzo Bianchi
Per quelli che sono impegnati a favore del dialogo tra credenti cristiani e non cristiani, tra cattolici e “laici”, per i cattolici stessi che credono al dialogo vissuto nell’ascolto dell’altro, nello sforzo di non disprezzare l’altro ma di operare con lui un confronto nella mitezza, questi sono - per usare un linguaggio biblico - "giorni cattivi". Sì, c’è molta sofferenza, molto disagio, e c’è anche un “silenzio” non vigliacco ma consapevole e responsabile da parte di chi non vuole in alcun modo ferire la comunione ecclesiale. D’altronde da anni si poteva intuire l’accrescersi di questo scontro, unico sbocco alternativo possibile rispetto alla vittoria dell’ipotesi della religione civile, ipotesi accarezzata e vagheggiata purtroppo anche nel nostro paese cattolico, così alieno da tali esiti di matrice protestante evangelicale.
Eppure ci sono parole autorevoli, dichiarazioni di Benedetto XVI che dovrebbero servire da deterrente rispetto a questa situazione in cui di fatto sembra rinata la dialettica polemica tra clericali e anticlericali. La distinzione tra le competenze della religione e quelle della società politica, sancita dal concilio Vaticano II e ribadita da Giovanni Paolo II, è stata precisata più volte dall’attuale papa: “La chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare una società più giusta”, ma sempre, nella sua azione e nel suo magistero che vuole illuminare i cristiani e gli uomini che desiderano ascoltarlo, essa deve arrestarsi al “pre-politico e pre-economico”. Solo così è infatti possibile la profezia ispiratrice di soluzioni tecniche che spettano alla società, cioè ai cittadini cristiani e non cristiani, tutti chiamati a pari titolo, con gli stessi diritti e doveri, a concorrere alla costruzione della polis.
Lo stesso Benedetto XVI ha detto e ripetuto che “la chiesa non deve imporre ai non credenti una prospettiva di fede”, che essa “non vuole imporre a coloro che non condividono la fede prospettive e modi di comportamento che appartengono ad essa”, ma che la chiesa intende ribadire quello che reputa un cammino di umanizzazione, un vero servizio all’uomo. Sì, la chiesa ha il dovere e il diritto di intervenire pubblicamente in difesa dell’umanesimo in cui crede e non deve essere zittita nel suo annunciare a tutti il messaggio del Vangelo!
Sovente però alcuni cattolici sembrano voler costituire gruppi di pressione in cui la proposta non avviene nella mitezza e nel rispetto dell’altro, ma diventa intransigenza arrogante, e contrapposizione a una società giudicata malsana e priva di valori. No, non è con questo giudizio e disprezzo dell’altro ritenuto incapace di etica, non è misconoscendo la pluralità dei valori presenti anche nella società non cristiana che si può stare nella storia e tra gli uomini secondo lo statuto evangelico. Come ha ricordato di recente un cattolico di attestata fedeltà, Giorgio Campanini, da questo acuirsi della tensione tra cattolici e laici può solo derivare un costo altissimo: l’accusa verso la chiesa di atteggiamenti impietosi e arcigni, poco rispettosi delle scelte del singolo e dunque privi di saggezza pastorale.
Ma questa situazione provoca profonde divisioni nel corpo ecclesiale, elemento di cui non si tiene conto e che i laici peraltro non riescono a discernere. La nostra chiesa negli anni post-conciliari ha sofferto dapprima forti tensioni a causa della contestazione e della contrapposizione tra resistenze al concilio e posizioni rivoluzionarie, quindi scontri abbastanza nascosti ma reali e profondi nella stagione dei movimenti ecclesiali (anni ’80-’90); in questi ultimi anni si stava abbozzando una possibilità di convergenza, una volontà di comunione, ma ora tutto sembra precipitare, e questi beni acquisiti a fatica paiono realmente compromessi. L’abbiamo già detto: molti cattolici soffrono, non riescono a comprendere non tanto il fatto che vengano ribaditi principi che per la tradizione della chiesa non possono essere taciuti né sminuiti, ma il modo, lo stile che sembra prevalere in questo confronto tra cattolici e laici…
Ebbene, anche in questi “giorni cattivi” i cattolici ricordino che il futuro della fede non dipende mai da leggi dello stato, che anche a dispetto di leggi avverse ai cristiani o addirittura persecutorie verso di loro il cristianesimo ha conosciuto una grande crescita spirituale e numerica; ricordino che l’essere pusillus grex, “piccolo gregge” teso alla fedeltà al Vangelo ma anche attento agli uomini in mezzo ai quali vivono, e dunque ai segni dei tempi, permette loro di avere un “bel comportamento” e di essere messaggeri adeguati e fedeli all’annuncio che recano. I cristiani con le loro parole, le loro azioni e soprattutto con la virtù cardinale della moderazione, cioè della “temperanza”, devono favorire l’emergere di “quella legge inscritta nel cuore di ogni uomo”, l’emergere di quell’immagine di Dio che ogni essere umano, anche il non cristiano, porta in sé.
Anche nel suo difendere la famiglia, la chiesa, memore che proprio quella è immagine dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, non può e non deve fomentare inimicizia, né tanto meno far sentire di non essere vicina nella misericordia, a quanti percorrono sentieri difficili ed enigmatici in cerca dell’amore, sovente contraddetto nelle vicende della vita… Compito e dovere della chiesa è mostrare attenzione alle sofferenze degli uomini, è far risaltare il bene e l’amore presenti anche in situazioni giudicate moralmente non conformi all’etica cattolica, è annunciare la buona notizia del Vangelo, che proclama l’amore più forte del peccato, la vita più forte della morte. Quanto poi ai cattolici impegnati in politica, è verissimo che alcune volte sembrano dimenticare l’ispirazione evangelica che dovrebbe plasmare la loro azione. Tuttavia occorre mostrare di aver fiducia in loro, non umiliandoli, non tenendoli “sotto tutela”, e senza mai prendere il loro posto: spetta infatti ad essi secondo la dottrina cattolica e l’etica della responsabilità cercare le soluzioni più adeguate, a livello più alto, al fine di costruire con gli altri cittadini non cristiani, in una situazione di pluralismo etico, culturale e religioso, la nostra società. La chiesa-gerarchia profetizza, annuncia, illumina, ma spetta poi ai fedeli cattolici operare le scelte politiche insieme agli altri cittadini.
Infine, vorrei ribadire l’invito ai cristiani a diffidare da chi sembra loro alleato nella difesa di valori in cui non crede, o da chi urla battagliero valori che sono centrali nel Vangelo, mentre in realtà smentisce ogni giorno con la propria vita quel che afferma. Come si fa ad accettare che qualcuno definisca “l’ascolto e l’accoglienza parole famigerate” e poi parli come cristiano in difesa della famiglia, per essenza luogo di accoglienza e di ascolto?
Nessuno dimentichi quanto, secondo la testimonianza contenuta nei diari del suo segretario, affermava Benito Mussolini: “Io sono cattolico e anticristiano”…
Enzo Bianchi
Comunità di Bose
Ecco un commento molto attuale, di Enzo Bianchi (Comunità di Bose).
Per cattolici e laici la sfida dei giorni cattivi
La Stampa, 18 febbraio 2007
Enzo Bianchi
Per quelli che sono impegnati a favore del dialogo tra credenti cristiani e non cristiani, tra cattolici e “laici”, per i cattolici stessi che credono al dialogo vissuto nell’ascolto dell’altro, nello sforzo di non disprezzare l’altro ma di operare con lui un confronto nella mitezza, questi sono - per usare un linguaggio biblico - "giorni cattivi". Sì, c’è molta sofferenza, molto disagio, e c’è anche un “silenzio” non vigliacco ma consapevole e responsabile da parte di chi non vuole in alcun modo ferire la comunione ecclesiale. D’altronde da anni si poteva intuire l’accrescersi di questo scontro, unico sbocco alternativo possibile rispetto alla vittoria dell’ipotesi della religione civile, ipotesi accarezzata e vagheggiata purtroppo anche nel nostro paese cattolico, così alieno da tali esiti di matrice protestante evangelicale.
Eppure ci sono parole autorevoli, dichiarazioni di Benedetto XVI che dovrebbero servire da deterrente rispetto a questa situazione in cui di fatto sembra rinata la dialettica polemica tra clericali e anticlericali. La distinzione tra le competenze della religione e quelle della società politica, sancita dal concilio Vaticano II e ribadita da Giovanni Paolo II, è stata precisata più volte dall’attuale papa: “La chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare una società più giusta”, ma sempre, nella sua azione e nel suo magistero che vuole illuminare i cristiani e gli uomini che desiderano ascoltarlo, essa deve arrestarsi al “pre-politico e pre-economico”. Solo così è infatti possibile la profezia ispiratrice di soluzioni tecniche che spettano alla società, cioè ai cittadini cristiani e non cristiani, tutti chiamati a pari titolo, con gli stessi diritti e doveri, a concorrere alla costruzione della polis.
Lo stesso Benedetto XVI ha detto e ripetuto che “la chiesa non deve imporre ai non credenti una prospettiva di fede”, che essa “non vuole imporre a coloro che non condividono la fede prospettive e modi di comportamento che appartengono ad essa”, ma che la chiesa intende ribadire quello che reputa un cammino di umanizzazione, un vero servizio all’uomo. Sì, la chiesa ha il dovere e il diritto di intervenire pubblicamente in difesa dell’umanesimo in cui crede e non deve essere zittita nel suo annunciare a tutti il messaggio del Vangelo!
Sovente però alcuni cattolici sembrano voler costituire gruppi di pressione in cui la proposta non avviene nella mitezza e nel rispetto dell’altro, ma diventa intransigenza arrogante, e contrapposizione a una società giudicata malsana e priva di valori. No, non è con questo giudizio e disprezzo dell’altro ritenuto incapace di etica, non è misconoscendo la pluralità dei valori presenti anche nella società non cristiana che si può stare nella storia e tra gli uomini secondo lo statuto evangelico. Come ha ricordato di recente un cattolico di attestata fedeltà, Giorgio Campanini, da questo acuirsi della tensione tra cattolici e laici può solo derivare un costo altissimo: l’accusa verso la chiesa di atteggiamenti impietosi e arcigni, poco rispettosi delle scelte del singolo e dunque privi di saggezza pastorale.
Ma questa situazione provoca profonde divisioni nel corpo ecclesiale, elemento di cui non si tiene conto e che i laici peraltro non riescono a discernere. La nostra chiesa negli anni post-conciliari ha sofferto dapprima forti tensioni a causa della contestazione e della contrapposizione tra resistenze al concilio e posizioni rivoluzionarie, quindi scontri abbastanza nascosti ma reali e profondi nella stagione dei movimenti ecclesiali (anni ’80-’90); in questi ultimi anni si stava abbozzando una possibilità di convergenza, una volontà di comunione, ma ora tutto sembra precipitare, e questi beni acquisiti a fatica paiono realmente compromessi. L’abbiamo già detto: molti cattolici soffrono, non riescono a comprendere non tanto il fatto che vengano ribaditi principi che per la tradizione della chiesa non possono essere taciuti né sminuiti, ma il modo, lo stile che sembra prevalere in questo confronto tra cattolici e laici…
Ebbene, anche in questi “giorni cattivi” i cattolici ricordino che il futuro della fede non dipende mai da leggi dello stato, che anche a dispetto di leggi avverse ai cristiani o addirittura persecutorie verso di loro il cristianesimo ha conosciuto una grande crescita spirituale e numerica; ricordino che l’essere pusillus grex, “piccolo gregge” teso alla fedeltà al Vangelo ma anche attento agli uomini in mezzo ai quali vivono, e dunque ai segni dei tempi, permette loro di avere un “bel comportamento” e di essere messaggeri adeguati e fedeli all’annuncio che recano. I cristiani con le loro parole, le loro azioni e soprattutto con la virtù cardinale della moderazione, cioè della “temperanza”, devono favorire l’emergere di “quella legge inscritta nel cuore di ogni uomo”, l’emergere di quell’immagine di Dio che ogni essere umano, anche il non cristiano, porta in sé.
Anche nel suo difendere la famiglia, la chiesa, memore che proprio quella è immagine dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, non può e non deve fomentare inimicizia, né tanto meno far sentire di non essere vicina nella misericordia, a quanti percorrono sentieri difficili ed enigmatici in cerca dell’amore, sovente contraddetto nelle vicende della vita… Compito e dovere della chiesa è mostrare attenzione alle sofferenze degli uomini, è far risaltare il bene e l’amore presenti anche in situazioni giudicate moralmente non conformi all’etica cattolica, è annunciare la buona notizia del Vangelo, che proclama l’amore più forte del peccato, la vita più forte della morte. Quanto poi ai cattolici impegnati in politica, è verissimo che alcune volte sembrano dimenticare l’ispirazione evangelica che dovrebbe plasmare la loro azione. Tuttavia occorre mostrare di aver fiducia in loro, non umiliandoli, non tenendoli “sotto tutela”, e senza mai prendere il loro posto: spetta infatti ad essi secondo la dottrina cattolica e l’etica della responsabilità cercare le soluzioni più adeguate, a livello più alto, al fine di costruire con gli altri cittadini non cristiani, in una situazione di pluralismo etico, culturale e religioso, la nostra società. La chiesa-gerarchia profetizza, annuncia, illumina, ma spetta poi ai fedeli cattolici operare le scelte politiche insieme agli altri cittadini.
Infine, vorrei ribadire l’invito ai cristiani a diffidare da chi sembra loro alleato nella difesa di valori in cui non crede, o da chi urla battagliero valori che sono centrali nel Vangelo, mentre in realtà smentisce ogni giorno con la propria vita quel che afferma. Come si fa ad accettare che qualcuno definisca “l’ascolto e l’accoglienza parole famigerate” e poi parli come cristiano in difesa della famiglia, per essenza luogo di accoglienza e di ascolto?
Nessuno dimentichi quanto, secondo la testimonianza contenuta nei diari del suo segretario, affermava Benito Mussolini: “Io sono cattolico e anticristiano”…
Enzo Bianchi
Comunità di Bose
La storia di Valentina
Segnalato da Francesca.
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Comunicato Stampa
Sulla storia di Valentina costretta ad abortire, così come riportato dai giornali
Don Oreste Benzi ha rilasciato dalla Tanzania, in cui si trova, questa dichiarazione.
In ogni occasione in questi giorni si sta invocando di non usare la violenza.
Ma quale violenza è più grave di quella di un genitore che fa abortire la figlia?
Non esiste violenza più grave che massacrare una creatura indifesa che chiede solo di poter vivere e nascere.
Di fronte a questi delitti lo Stato tace e pensa solo ad inventare nuovi diritti che diritti non sono e a chi li ha per natura li toglie.
Questo è uno dei segni più terribili della decadenza della nostra società.
Come ha potuto un giudice non accorgersi del dramma di una creatura obbligata ad abortire il figlio contro la sua volontà, di una dramma così intenso che appena eseguita la violenza su di lei e il suo bambino ha minacciato di togliersi la vita?
Se si fosse messo in ascolto della ragazza forse avrebbe potuto cogliere il suo desiderio di maternità e tutelare lei e il bambino dalle pressioni della madre.
Gli stessi assistenti sociali e i medici, che hanno per legge il dovere di tutelare la maternità e la vita fin dal suo inizio (art. 1 L. 194/78), perché non hanno protetto queste creature?
L’ideologia della libertà della donna fa sì che la mamma incinta venga sempre più spesso lasciata sola e che operatori sociali, medici e giudici, con grande ipocrisia, accolgano, con apparente calore e tenerezza, queste donne, lavandosi poi le mani dei loro problemi e del loro bambino, offrendo su un piatto d’argento la soluzione più veloce.
Solo pochi giorni fa abbiamo incontrato una donna che, dopo aver scelto di salvare la propria creatura quando era già in ospedale, è stata poi chiamata a casa dal medico e convinta a tornare per l’aborto.
Come diceva Martin Luter King: “Non temo la cattiveria dei malvagi ma il silenzio degli onesti.”
Ora si vuole allontanare Valentina dai suoi affetti e metterla in una struttura di accoglienza.
Noi della Associazione Papa Giovanni XXIII ci rendiamo fin da ora disponibili ad accogliere Valentina in una delle nostre famiglie, dove possa riassaporare il valore della vita con un papà e una mamma e dei nuovi fratelli che le vorranno bene per il tempo necessario.
Don Oreste Benzi
Presidente Associazione Papa Giovanni XXIII
18 febbraio 2007
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Comunicato Stampa
Sulla storia di Valentina costretta ad abortire, così come riportato dai giornali
Don Oreste Benzi ha rilasciato dalla Tanzania, in cui si trova, questa dichiarazione.
In ogni occasione in questi giorni si sta invocando di non usare la violenza.
Ma quale violenza è più grave di quella di un genitore che fa abortire la figlia?
Non esiste violenza più grave che massacrare una creatura indifesa che chiede solo di poter vivere e nascere.
Di fronte a questi delitti lo Stato tace e pensa solo ad inventare nuovi diritti che diritti non sono e a chi li ha per natura li toglie.
Questo è uno dei segni più terribili della decadenza della nostra società.
Come ha potuto un giudice non accorgersi del dramma di una creatura obbligata ad abortire il figlio contro la sua volontà, di una dramma così intenso che appena eseguita la violenza su di lei e il suo bambino ha minacciato di togliersi la vita?
Se si fosse messo in ascolto della ragazza forse avrebbe potuto cogliere il suo desiderio di maternità e tutelare lei e il bambino dalle pressioni della madre.
Gli stessi assistenti sociali e i medici, che hanno per legge il dovere di tutelare la maternità e la vita fin dal suo inizio (art. 1 L. 194/78), perché non hanno protetto queste creature?
L’ideologia della libertà della donna fa sì che la mamma incinta venga sempre più spesso lasciata sola e che operatori sociali, medici e giudici, con grande ipocrisia, accolgano, con apparente calore e tenerezza, queste donne, lavandosi poi le mani dei loro problemi e del loro bambino, offrendo su un piatto d’argento la soluzione più veloce.
Solo pochi giorni fa abbiamo incontrato una donna che, dopo aver scelto di salvare la propria creatura quando era già in ospedale, è stata poi chiamata a casa dal medico e convinta a tornare per l’aborto.
Come diceva Martin Luter King: “Non temo la cattiveria dei malvagi ma il silenzio degli onesti.”
Ora si vuole allontanare Valentina dai suoi affetti e metterla in una struttura di accoglienza.
Noi della Associazione Papa Giovanni XXIII ci rendiamo fin da ora disponibili ad accogliere Valentina in una delle nostre famiglie, dove possa riassaporare il valore della vita con un papà e una mamma e dei nuovi fratelli che le vorranno bene per il tempo necessario.
Don Oreste Benzi
Presidente Associazione Papa Giovanni XXIII
18 febbraio 2007
05 febbraio 2007
Settimana Sociale dei cattolici piacentini 2007
Isabella segnala una bella iniziativa, organizzata per domenica 11 febbraio nell'ambito della Settimana Sociale dei cattolici piacentini.
*Diocesi di Piacenza-Bobbio*
Bene comune. Bene di tutti gli uomini, bene di tutto l'uomo
Settimana Sociale dei cattolici piacentini
*Settore giovani di AC*
La tua fede non trattare
La fede: bene di ogni uomo?
Per domenica 11 febbraio, alle ore 21:00, presso il Teatro San Matteo, si svolgerà un incontro in dialogo con il cantautore Vinicio Capossela e il giornalista e scrittore Paolo Rumiz.
Le opere e gli scritti di questi due autori, soprattutto negli ultimi tempi, hanno spinto gli organizzatori a chiedere la loro presenza per un momento di confronto e di scambio in ordine al tema della settimana sociale.
L'ingresso alla serata sarà gratuito, però sarà necessario avere il biglietto che può essere prenotato e ritirato presso il Centro diocesano di Azione Cattolica, via San Giovanni, 7 a Piacenza. Se sei intenzionato a partecipare e se sai che ci sono altri amici che vogliono partecipare, o per qualsiasi altra info, chiama allo 0523.338686 e prenota il biglietto.
*Diocesi di Piacenza-Bobbio*
Bene comune. Bene di tutti gli uomini, bene di tutto l'uomo
Settimana Sociale dei cattolici piacentini
*Settore giovani di AC*
La tua fede non trattare
La fede: bene di ogni uomo?
Per domenica 11 febbraio, alle ore 21:00, presso il Teatro San Matteo, si svolgerà un incontro in dialogo con il cantautore Vinicio Capossela e il giornalista e scrittore Paolo Rumiz.
Le opere e gli scritti di questi due autori, soprattutto negli ultimi tempi, hanno spinto gli organizzatori a chiedere la loro presenza per un momento di confronto e di scambio in ordine al tema della settimana sociale.
L'ingresso alla serata sarà gratuito, però sarà necessario avere il biglietto che può essere prenotato e ritirato presso il Centro diocesano di Azione Cattolica, via San Giovanni, 7 a Piacenza. Se sei intenzionato a partecipare e se sai che ci sono altri amici che vogliono partecipare, o per qualsiasi altra info, chiama allo 0523.338686 e prenota il biglietto.
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